Franciacorta

Informazioni in merito alla regione storica della Franciacorta

Ultima modifica 14 ottobre 2024

Franciacorta

Popolazione residente

7.652 (M 3.800, F 3.852)

Superficie

13,83 Kmq (densità per Kmq: 553,3)

Cologne

Il comune di Cologne è situato in Franciacorta, ai piedi del Monte Orfano, distante 25 chilometri a ovest dal capoluogo Brescia. Il territorio si estende nella zona ad ovest della provincia, a sud del bacino idrografico del lago d'Iseo, all'inizio della pianura bresciana occidentale e congloba a nord il versante occidentale del Monte Orfano, che delimita le colline moreniche della Franciacorta. Il comune è inserito nella regione agraria provinciale n°12 denominata "pianura bresciana occidentale", unitamente ad altri 23 comuni. Il territorio comunale confina a nord con il comune di Erbusco, ad est con il comune di Coccaglio, a sud con quello di Chiari e ad ovest con il comune di Palazzolo sull'Oglio. La principale via di comunicazione è la statale n°573 Rovato-Seriate-Bergamo che attraversa il territorio di Cologne da est ad ovest e la strada provinciale n°17 Chiari-Cologne-Adro, che funge da collegamento verticale nord con l'autostrada A4 e sud con l'autostrada A35 (BreBeMi). Altra infrastruttura di comunicazione è la linea ferroviaria Brescia-Bergamo-Lecco, che attraversa il territorio da est ad ovest a fa scalo nella parte sud del comune. La superficie territoriale del comune di Cologne misura circa 13,83 km², per la maggior parte pianeggiante ad esclusione dell'area a nord che è caratterizzata dalla dorsale occidentale del Monte orfano, per cui la sua altitudine varia dai 168 m. ai 451 m. sul livello del mare. Presenza idrograficamente importante nel territorio è la seriola "Fusia" e la sua diramazione chiamata "Mirandola", adibite entrambe a scopi irrigui, la prima taglia il comune da ovest a est e la seconda da nord verso sud.

L'abitato urbano si è nel tempo ampliato a macchia d'olio verso sud, ma rimane sostanzialmente composto dal nucleo storico centrale e da due frazioni, ad oggi maggiormente inglobate, denominate "Macina" e "Mirandola", oltre ad un discreto numero di cascine sparse dislocate sul territorio agricolo. Il centro storico è posto ai piedi del Monte Orfano e costituisce l’area centrale dell’abitato di, costruito attorno al sistema di piazza Garibaldi, delle chiese – Parrocchiale SS. Gervasio e Protasio, del Crocifisso e di S. Lorenzo – poste a nord e del Palazzo Martinelli (ora Palazzo Municipale) a sud, anche se la parte più antica era più spostata tra il Castello e via della Chiesa. L’attuale centralità è connessa alla vicenda della ricostruzione, agli inizi dell’ottocento, della chiesa parrocchiale, con la facciata orientata verso sud-ovest, ai cui piedi venne realizzata la Piazza. In seguito dedicata a Garibaldi, la piazza, pressoché in asse con la chiesa, ha una forma rettangolare allungata, interamente di nuovo impianto, ricavata prevalentemente su un’area non edificata e mediante la parziale demolizione, in lato est, di fabbricati e manufatti preesistenti. La forma del centro storico, in corrispondenza della fascia pedecollinare, è più allungata verso est, per comprendere la villa Gnecchi con il relativo parco e i tessuti storici che fiancheggiano via Cominotti, via Facchetti e via Cadamocco. Particolare importanza riveste il rapporto che si è mantenuto tra il centro storico e l’ambiente naturale del Monte Orfano, che si trovano a diretto contatto fra loro per un buon tratto della perimetrazione in lato nord-est. La contiguità del parco della villa Gnecchi, consente di estendere il polmone verde del monte fino all’interno del centro abitato. Il centro storico ha una struttura più compatta nella parte settentrionale, in corrispondenza della fascia pedecollinare, mentre gli isolati a sud tendono, nella parte più meridionale, a una crescente perdita di chiarezza nel disegno dell’impianto urbanistico, originata probabilmente da una diversa struttura fondiaria, più legata alla dimensione agraria della pianura.

Storia

Attraverso i reperti archeologici ritrovati nella zona, risalenti al IV sec. a.C., possiamo iscrivere a quell'epoca la datazione del primo insediamento stabile del futuro comune di Cologne, fondato dalla tribù gallica dei Cenomani, che si stabilirono in queste zone e sul Monte Orfano per controllare la principale via della Transpadana. Brescia infatti era il loro centro amministrativo, militare ed economico più importante. La zona del convento di S.Giacomo risulta essere stata il loro caposaldo principale unitamente a quello posto sulla cima del Monte Orfano. Successivamente, sotto il dominio romano iniziato nel II sec. a.C. a terminato nel V sec. d.C., vennero a stabilirsi numerosi coloni che fecero del lavoro agricolo la principale fonte di ricchezza locale. La politica agraria dei romani favorì l'insediamento di nuovo coloni che edificarono diverse cascine, indicate genericamente con il nome di "colonie", il cui nome in epoca barbarica si trasformò nel toponimo attuale di Cologne. Con la decadenza romana e l'invasione dei barbari del V e VI sec. d.C. che sconvolsero i luoghi e l'organizzazione romana, il territorio e l'economia attraversarono un lungo periodo di sottosviluppo che si arrestò solo con l'avanzamento dei Longobardi. Tale popolazione insediò il suo centro giuridico-amministrativo principale nella zona denominata ancora oggi "Sala", termine che deriva dalla terminologia longobarda che significava la presenza di un insediamento stabile e solido, dove si versavano e si immagazzinavano le derrate agricolo e il signore amministrava la giustizia. L'epoca longobarda offrì una nuova formulazione giuridica della proprietà fondiaria.

Durante il medioevo sorse sul monte un convento detto "dei Cappuccini", per secoli centro di cultura, mentre l'agglomerato di modeste dimensioni continuò a prosperare nell'agricoltura fino alla caduta del Sacro Romano Impero nel IX secolo, che portò tempi di miseria e lotte anche in questi luoghi. Alla fine del XI sec. con le ricorrenti invasioni degli Unni, per necessità difensive anche nella zona di Cologne ad opera dei grossi feudatari si fortificarono i monasteri, i centri abitati, i casolari isolati, le chiese che inoltre erigono torri di osservazione (che poi diventeranno i campanili delle stesse). Solo dopo l'XI secolo si ebbe un'effettiva ripresa economica, sotto l'impulso dello sviluppo dell'attività agricola che portò ai colognesi miglioramenti anche sociali e politici. la ripresa economica fa sì che il centro abitato di Cologne si sviluppi attorno all'antico "castrum" centrale, ovvero il castello Gnecchi, cintato perimetralmente da un fossato. Dalla seconda metà del XII sec. iniziò la crisi dei comuni liberi con l'inizio di lotte che portarono ad un lungo periodo di guerre fra Brescia e Bergamo per questioni territoriali. Le guerre si susseguirono fino al XIV sec. quando iniziò una lenta ripresa di ricostruzione politica ed amministrativa. Ciò fu grazie anche alla realizzazione della roggia "Fusia" tra il 1343 e il 1347 ad opera degli Olofredi, che favorì la costruzione di mulini e lo scambio di merci. Nei secoli successivi la sorte di Cologne seguirà sempre quella di Brescia, con le dominazioni venete, napoleoniche ed asburgiche. Il campanile di Cologne risale al 1514 e proprio nel 2014, in data 7 settembre, si sono festeggiati i 500 anni della costruzione. Proprio attorno alla data del 1514 con l'assestamento politico e territoriale, in Cologne viene edificata la prima chiesa parrocchiale con la relativa torre di osservazione, come già scritto. Analizzando le tavole del catasto napoleonico (1809-1864) si nota come l'insediamento abitativo di Cologne fosse composto da un nucleo insediativo situato ai piedi del Monte Orfano, che si sviluppa principalmente intorno alla chiesa parrocchiale, oggi l'attuale centro storico; un secondo raggruppamento di cascine dislocate lungo i piedi del Monte in direzione Coccaglio e Rovato, tale zona è denominata "Cadamocco"; un terzo nucleo abitativo situato nella zona detta la "Sala", in prossimità del canale della "Fusia"; oltre le cascine sparse nella campagna. Tale assetto urbanistico rimane pressoché invariato fino al secondo dopoguerra andando a confrontare le mappe del catasto napoleonico con quelle del 1935 si può vedere che i complessi sorti in quegli anni sono di tipo abitativo e vanno ad inserirsi nelle suddette tre aree che componevano il paese. L'unico edificio sorto in questo periodo che avrà rilevanza di tipo sociale è l'attuale scuola materna S.Antonio, infatti era il 1911 quando si sono aperte le porte della scuola, nata come asilo e mensa per i poveri e per i bambini della scuola stessa. La gestione fu affidata alle suore e lo è tutt'oggi. Per quanto riguarda la scuola elementare, l'unico edificio esistente risale al 1934 e ripristinato nel 1946 in seguito ai danni subiti durante la guerra. L'edificio venne in seguito ampliato nel 1963 e nel 1977. Da questo periodo l'edilizia in generale vede un incremento notevole e sorgono numerose villette e negli anni '50 le prime case popolari su iniziativa comunale.

Dopo la fine della seconda guerra mondiale, Cologne ha cominciato a svilupparsi nei settori artigianale e della piccola industria, favorendo uno spostamento della popolazione dal settore agricolo a questi. Ciò ha avuto un forte effetto sulla crescita del paese e della sua popolazione, che negli anni ha portato ad un consolidamento della sua posizione sul territorio, complice anche la posizione lungo l'asse Brescia-Bergamo-Milano. Il tessuto urbano, adeguatosi nel tempo alle nuove esigenze, permette oggi collegamenti veloci con i comuni limitrofi quali Palazzolo sull'Oglio, Rovato e Chiari. Nel 1967 si approva il primo strumento urbanistico, il Piano di Fabbricazione, le cui linee segneranno in modo profondo e per certi versi definitivo lo sviluppo urbanistico del paese. La nuova edilizia residenziale è concepita soprattutto per villette unifamiliari con qualche raro esempio di palazzina con massimo tre piani. Lo stesso per i vecchio nucleo dove si notano edifici di norma su due o tre piani. Il Piano di Fabbricazione tiene particolarmente bassi tanto il numero di piani quanto la densità edilizia. Già in questi anni inoltre alcune ditte locali avevano assunto proporzioni di piccole industrie e nasce quindi la necessità di destinare alcune aree a zone industriali vere e proprie. L'ubicazione di tali zone fu indirizzata a sud della statale e un'altra ad ovest del paese. In questi anni si realizzano anche alcune nuove strutture come la casa di riposo, ampliata nel 1969 e costruito l'ambulatorio comunale; nel 1972 viene edificata la scuola media e quasi contemporaneamente la nuova piazza Europa con la fontana ed edifici annessi; nel 1978 iniziano i lavoro di costruzione dell'asilo comunale.

Franciacorta

Il territorio della Franciacorta comprende oggi diciotto Comuni in provincia di Brescia per una superficie totale di 230 chilometri quadrati. L'elemento che contraddistingue e allo stesso tempo caratterizza questi diciotto Comuni è rappresentato dal comune patrimonio artistico, storico e naturale: trinomio di inestimabili bellezze ancor oggi attuali. Elemento caratterizzante della patria franciacurtense è la perfetta "convivenza" tra l'originaria natura collinare e la tradizionale produzione vinicola che ne fanno una terra di rilevante interesse enologico e turistico. La Franciacorta ha vissuto e sta vivendo tutt'ora un periodo di grande fermento nello sforzo di valorizzare le sue grandi risorse ambientali, conciliando il nuovo con l'antico, le esigenze di sviluppo economico, commerciale e turistico con il rispetto e la salvaguardia di un patrimonio prezioso qual è quello naturale e storico che le è proprio e che i suoi monumenti civili e religiosi attestano essere ricco.

Il paesaggio della Franciacorta è del resto disegnato dalla sua storia. Le dolcissime ondulazioni collinari sono soltanto un segno che ne definiscono la fisionomia. Non si trovano panorami spettacolari, ma la morbidezza delle colline coltivate, punteggiate di ville e di giardini, le piane degradanti e bonificate in antico e ancor oggi irrigate da rogge e seriole. La Franciacorta è terra appagante, di bellezze raccolte, che rifuggono dal chiasso e ispirano quiete.

L'origine storica del termine Franciacorta è ancor oggi dibattuta. Tuttavia è possibile riscontrarne l'utilizzo sin dai primi anni del secondo millennio. Inizialmente il territorio oggi conosciuto come Franciacorta veniva individuato con l'appellativo "Valle d'Iseo"; ne è testimonianza il testo dell'ordinanza contenuta nell'ottavo libro degli Statuta Communis Civitatis Brixiae risalente all'anno 1277. Solo un secolo e mezzo più tardi la stessa porzione di territorio verrà chiamata con il nome di Franciacorta. Successivamente nelle mappe della Repubblica Veneta questa zona viene denominata con il termine "Franza Curta" e dalle stesse mappe si desume che il territorio interessato ha una sua delimitazione ben precisa corrispondente a due delle quattro quadre in cui era diviso il territorio bresciano sotto l'Amministrazione della serenissima: la quadra di Rovato e quella di Gussago.

Venendo alla geografia amministrativa attuale, la Franciacorta comprende come si cita prima diciotto Comuni in provincia di Brescia per una superficie di 230 chilometri quadrati. L'elemento che tiene uniti questi diciotto Comuni con trenta e più paesi è il patrimonio artistico, storico e naturale che insieme formano un trinomio di bellezze inestimabili ancora vivo. A dare una vera identità alla patria franciacurtense è soprattutto la natura collinare, il terreno morenico, e la tradizione professionale della produzione vinicola infatti interesse enologico, ed interesse turistico, non vanno disgiunti in Franciacorta.


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